Sottovalutare i rischi informatici, pensando che riguardino solo le aziende hi-tech, mette a rischio la stessa esistenza dell’impresa.
Il cyber risk sta diventando una delle massime priorità del risk management. Nonostante questi rischi oggi siano palesi essi sono ancora fra i più sottovalutati, nella convinzione che sia sufficiente dotarsi di antivirus o di policy aziendali adeguate per scongiurare attacchi informatici. I cyber risks sono diventati una delle maggiori fonti di preoccupazione a livello globale per la loro capacità di diffusione, che cresce a un ritmo molto più rapido rispetto alle capacità di difesa.
In base all’ultimo report in ordine di tempo (realizzato da Zurich e il think thank internazionale Atlantic Council) nel 2013 sono stati censiti 740milioni di attacchi, con ricadute economiche enormi, anche se pressoché impossibili da stimare. A fronte di questo fenomeno crescente è possibile strutturare coperture assicurative dedicate, che prendono in considerazione il danno immateriale, in opposizione al danno materiale tipico dei contratti assicurativi tradizionali.
Le coperture assicurative si ampliano, per prevedere anche i rischi legati alla dipendenza da sistemi connessi alla rete, includendo l’attacco informatico, la cancellazione, violazione o sottrazione di dati, l’errore umano, l’uso non autorizzato di un sistema, l’interruzione del servizio (denial of service).
Coperture ad hoc sono rivolte al rischio di furto dei dati personali, cui si collegano problemi di privacy, al rischio di furto di informazioni dell’azienda, di infedeltà dei dipendenti e di interruzione prolungata del funzionamento di sistemi critici, eventi che possono compromettere la sopravvivenza aziendale. Sia che si danneggi un server o si perdano dati essenziali, le ripercussioni possono pregiudicare l’operatività dell’azienda.
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Luglio 2015