L’Osservatorio sul Risk Management nelle PMI italiane del Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano – alla sua seconda edizione – ha offerto una panoramica sullo stato di implementazione di pratiche di Risk Management nelle PMI. La ricerca analizza l’esposizione al rischio e le loro scelte in termini di metodologie e di sistemi adottati.
L’indagine ha preso in considerazione un campione di 701 aziende su tutto il territorio nazionale e appartenenti a tutti i settori dell’economia, con particolare concentrazione nei macro-settori servizi (36%) e manifattura (41%).
I dati macroeconomici parlano di una lenta uscita dalla recessione: il 54% risulta ottimista, mentre il 46% percepisce il mercato in contrazione (in aumento di quasi il 20% sul 2012). Le operazioni intraprese dalle aziende sono influenzate anche dalla percezione del mercato in cui operano: ne è dimostrazione che il 90% delle imprese che percepiscono il mercato in contrazione decide di operare cambiamenti all’interno del top management, probabilmente alla ricerca di nuova conoscenza e nuovi business model. Coloro invece che percepiscono il mercato stabile o in espansione sono maggiormente spinti verso nuovi mercati.
Dai dati emerge inoltre che a una percezione del rischio in diminuzione corrisponde l’apertura di nuovi canali di vendita e l’ampliamento del portafoglio prodotti, mentre per altri profili di rischio si evidenzia la spiccata tendenza a entrare in nuovi mercati.
L’analisi ha evidenziato che le imprese caratterizzate da un profilo di rischio alto e in crescita o altalenante negli ultimi 5 anni prediligono l’entrata in nuovi mercati e l’ampliamento del portafoglio prodotti, che si rivelano opportunità da cogliere ma sono accompagnate dall’esposizione al rischio. In ogni caso l livello di rischio percepito diminuisce all’aumentare degli anni trascorsi dalla prima implementazione di pratiche di risk management.
L’approccio alla cultura del rischio appare comunque ancora piuttosto immaturo: sono in aumento le aziende che percepiscono il rischio esclusivamente come evento negativo, da evitare e non come opportunità, fenomeno in particolare che caratterizza le piccole imprese.
I rischi finanziari sono quelli che assorbono maggiormente le risorse, mentre risultano minori quelle destinate alla gestione dei rischi operativi. In particolare, si registra un vertiginoso aumento delle imprese che hanno una significativa esposizione al rischio di credito (dal 30% al 78% del campione dal 2012 al 2013) e al rischio di liquidità (dal 15% del campione nel 2012 al 42% nel 2013).
Il 63% delle aziende intervistate non adotta tecniche di gestione del rischio: le motivazioni addotte sono la scarsa efficacia della funzione di risk management nel contesto in cui l’azienda opera e lo sfavorevole rapporto costo/beneficio.
Tra le imprese che adottano pratiche di risk management, la responsabilità della gestione del rischio viene affidata ad una figura interna: l’Amministratore per le piccole imprese, il Direttore Finanziario per le medie aziende.
Tra quelle che adottano tecniche di gestione del rischio, il 52% delle aziende valuta i rischi in maniera formale e secondo un processo strutturato, percentuale in aumento di circa il 10% rispetto al 2012.
Dall’Osservatorio emergono comunque segnali positivi: la spesa per il risk management nelle PMI italiane è in aumento sia in termini assoluti che percentuali, in modo più marcato per le medie imprese.
Maggio 2015